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La ragione, l’arte, la poesia, non aiutano a decifrare il luogo da cui esse sono bandite. Nella vita quotidiana di “laggiù”, fatta di noia trapunta di orrore, era salutare dimenticarle, allo stesso modo come era salutare imparare a dimenticare la casa e la famiglia; non intendo parlare di un oblio definitivo, di cui del resto nessuno è capace, ma di una relegazione in quel solaio della memoria dove si accumula il materiale che ingombra, e che per la vita di tutti i giorni non serve più”. (da: Primo Levi, I sommersi e i salvati)



Perché dal solaio della memoria si possa riportare alla luce tutto quello che invece serve, per la vita di tutti noi che siamo “quaggiù”, la Comunità Europea e la Repubblica Italiana hanno istituito, con la legge N. 211 del 20 luglio 2000, la "Giornata della Memoria", per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché tutti coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

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